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E adesso ricalano. Mah

Qualche mese fa avevo detto che il Giappone non è certo stato il posto migliore dove passare il 2020, ma neanche il peggiore e di certo meglio della stragrande maggioranza dell'Europa. Ora, nonostante sia presto per tirare conclusioni (quelle andranno scritte quando tutto il macello si sarà calmato) devo dire che nel 2021 il Giappone è sicuramente sceso in questa "classifica". Il Paese, che con una certa disciplina aveva resistito bene alle prime fasi della pandemia, è inciampato su due cose: 1) i vaccini e 2) il sistema sanitario. Sui vaccini perché se avessero veramente iniziato a vaccinare a Febbraio, non ci saremmo giocati anche questo anno. E invece l'iter per la loro approvazione è stato eccessivamente lungo (persino Kono lo ha ammesso) e soprattutto la terza potenza economica mondiale con la popolazione più anziana al mondo non è stata capace di crearne uno suo, tanto è vero che forse l'anno prossimo vedremo finalmente il primo vaccino giapponese. Sul siste

Le argomentazioni "logiche" sulla pena di morte

Io capisco che si possa essere contrari alla pena di morte per motivi religiosi, etici o persino "pratici" (ad esempio quelli che preferiscono i lavori forzati alla pena di morte). Mi fanno ridere le persone che non vogliono la pena di morte perché "Il criminale deve soffrire" (alla faccia). Tuttavia quando si scomoda la logica sento come lo stridio del gesso sulla lavagna. Tanto per capirci, quelli che dicono: "Io sono contrario alla pena di morte perché lo Stato commette a sua volta lo stesso crimine che vuole punire, quindi è una contraddizione."  E i sostenitori di questa tesi si sentono pure intelligenti. Beh ho una notizia per questi geniacci: lo Stato esercita il monopolio della forza. La punizione di un crimine da parte dello Stato suppone sempre un'azione da parte dei suoi organi che in un cittadino non sarebbe tollerata. Non riguarda solo la pena di morte. Ad esempio: lo Stato mettendoti in galera ti sta di fatto sequestrando. Idealmente lo f

Bambini ovunque, escono dalle pareti

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Fa discutere la notizia che adesso esista in Giappone una mappa preposta ad elencare i vicinati rumorosi. Fa discutere perché moltissime segnalazioni riguardano il rumore provocato dai bambini. Come ogni strumento costruito dai suoi stessi utenti, anche questo diventa parziale specchio della società in cui viene usata e tutto ciò ribadisce, se ce ne fosse bisogno, la senilità della società giapponese. Tuttavia vanno precisate un paio di cose. Quella mappa in sé è un ottimo strumento per chi cerca casa perché le agenzie immobiliari non si fanno problemi a inculare i poveri malcapitati e ogni strumento ulteriore e indipendente a disposizione dell'aspirante locatario è il benvenuto. Se tutte le famiglie con bambini tendessero a raggrupparsi in zone e se tutti quelli che i bambini non li sopportano si accomodassero da qualche altra parte, sarebbero più felici tutti quanti. I genitori dei pargoletti non dovrebbero starsi a preoccupare di un po' di casino, gli altri potrebbero stare

Quando qui era tutta campagna

Ogni tanto leggo il blog del signor Stilita Colombino, che ammiro e rispetto e che deve avere avere più o meno l'età di mio padre (forse qualche anno di meno, ma non molti). Sono perlopiù d'accordo con quanto scrive, però ogni tanto si lascia andare a questa glorificazione della sua generazione (dei baby boomer), la quale a suo dire è stata "indubbiamente fortunata ma anche preparata, generosa, intraprendente, intelligente, ottimista, curiosa, innovativa e colta", per poi lanciarsi in post come "Generazione “M”. Come “Millennials”? No, come “Merde”". Lungi da me difendere i miei coetanei connazionali, tra i quali mi sono spesso sentito fuori posto (ma ho anche ovviamente molti cari amici). Lungi da me addentrarmi in discorsi sul debito pubblico, euro e globalizzazione che non sono onestamente in grado di sostenere. Tuttavia sorrido in quella manifestazione di senilità antica come il mondo ("O tempora, o mores") che è il biasimo dei giovani, giovani

L'inevitabile commento ai meno morti in Giappone nel 2020

 È un vero spasso assistere allo scompiglio provocato dalla notizia che in Giappone nel 2020 ci sono stati meno morti che negli anni precedenti. Deve essere davvero dura vedere una narrativa costruita nel corso di mesi e mesi sfaldarsi davanti ai propri occhi in un minuto. Le reazioni allo shock sono state molteplici: - alcuni hanno semplicemente ignorato la news: accidenti è curioso notare come i più noti canali di comunicazione dei residenti italiani in Giappone, di solito così precisi e solerti, così acuti nel sondare la realtà giapponese, I VERI RESIDENTI PER DIAMINE, non abbiano ancora riportato la notizia, che mi sembra alquanto rilevante; - alcuni hanno già trovato l'emergenza di scorta: sì i morti sono calati MA i suicidi sono aumentati/la disoccupazione è salita/l'economia è in declino/le nascite sono diminuite. Oppure, sì i morti sono calati MA tanto le Olimpiadi non si faranno/tanto l'anno prossimo aumenteranno l'IVA ecc ecc. A questi cosa vuoi dire? Questi l

Il Giappone ha registrato meno morti nel 2020 per la prima volta in 11 anni

Dal Japan Times eh, non da Abe Shinbun o Corriere di Suga. Non aggiungo altro, ma voi continuate a ripetere quanti milioni di contagi il governo malvagyo stia nascondendo. (probabilmente ora arriverà qualcuno a dire che meno morti significa che la società giapponese sta invecchiando di più in proporzione lol) (in compenso ci sono quelli che precisano come non sia un dato significativo e in una popolazione in declino è normale che sia così e GUARDA L À DIETRO DI TE UNA SCIMMIA A TRE TESTE!!! )

Gli incastri dell'uomo moderno (e pure quelli della donna)

Scoppia una delle tante polemiche su Facebook: su un gruppo di amanti dei libri che frequento regolarmente, una bella ragazza posta una foto con un libro corredato di un post sentimentaloide (io, le mie scelte, la mia vita e bla bla bla). Alcune critiche vengono mosse su quello che è a tutti gli effetti un post acchiappalike anche molto ovvio. Si formano due schieramenti: uno critica la ragazza per la foto pretestuosa e, a loro dire, pubblicata solo per mettersi in mostra, altri difendono la scelta in nome della libertà di ognuno di noi di pubblicare anche un po' il cazzo che ci pare, quando non si scade nel volgare (e la foto in questione non lo era). Io trovo tutto ciò molto molto interessante, perché mette allo scoperto la contraddizione umanda moderna nella quale ci si vorrebbe considerare tutti uguali, ma alla fine ci si deve arrendere al fatto che siamo tutti diversi e in particolare che in certi contesti esiste un solco tra uomini e donne. Il paradosso e la polemica infatti